Erci team Onlus

L'ERCI team Onlus Italia è un'associazione di promozione sociale-sportivo-ambientale sorta nell'anno 1990 e riconosciuta come Onlus nel 2004. Essa ha lo scopo di promuovere iniziative integrate in tema di cooperazione sul tema ambientale, sportivo, sociale e culturale tra l'Italia e i Paesi interessati.
Da anni opera in Perù con progetti di cooperazione plurilaterale ambientale e sportiva, di formazione, promozione, attività ed iniziative di sviluppo economico a favore delle comunità locali, a difesa e tutela del loro patrimonio ambientale, storico, sociale e culturale.
Attualmente opera in Ayacucho nel progetto per la creazione della prima area protetta regionale "Riserva Naturale Antonio Raimondi", promosso dal 1998 dall'ambasciata italiana in perù per il tramite dell'Istituto Italiano di Cultura di Lima, finanziato dal Fondo Italo-Peruviano.
In Italia si occupa principalmente della valorizzazione, difesa e tutela dell'habitat e dell'ambiente, nonché del patrimonio naturale, archeologico, paleontologico, geologico, urbanistico, storico ed artistico, in particolare di tutte le aree ricadenti nell'area della Marsica Fucense ed in generale di tutto il territorio abruzzese, per il miglioramento della qualità della vita e la difesa, tutela e conservazione delle specie protette, fauna e flora, di cui l'Orso bruno marsicano ne rappresenta la priorità assoluta.
ERCI team opera da anni in sinergia con altri enti e istituzioni in specifici progetti sportivi e di cooperazione in Italia, in Nepal, in Kenya, in Uganda e dal 1995 in Perù.
Ha sviluppato una specifica conoscenza nelle tematiche dello "sviluppo sostenibile", sulla certificazione degli eventi sportivi, maturata anche con le maratone classiche, con lo studio e l'applicazione delle tematiche ambientali nell'ambito dello sport.

Sergio Rozzi con bambini comunità Chiara e VischongoConservazione, uso sostenibile della biodiversità ed incentivazione dell’ecoturismo.
In Perú, nella Regione di Ayacucho (sierra centro-meridionale), cresce una pianta spettacolare ed unica al mondo. Il suo nome comune è “Tikanka” che proviene da due parole quechua (lingua degli Incas, che tuttora è lingua ufficiale in Perú ed è diffusissima nella zona andina): "tika", che significa “fiore” e "kanka" che significa “bruciato”. Secondo la tradizione, che ha registrato un fenomeno fisiologico di adattamento della pianta a condizioni avverse, la tikanka cresce più rapidamente e raggiunge una maggior altezza quando se ne bruciano le foglie. Per questa ragione é anche conosciuta come “albero del fuoco” o “fiore del fuoco”. Un altro nome con cui è comunemente chiamata é “Titanka”, che fa riferimento alle dimensioni titaniche della pianta.
Il suo nome scientifico é Puya raimondii harms, appartiene alla famiglia delle Bromeliacee e fino ad oggi se ne sono identificate quattro varietà In condizioni di piena crescita, può raggiungere i 16 metri di altezza. I suoi fiori color rosa pallido nascono a migliaia lungo tutta l’inflorescenza, che mediamente raggiunge gli 8 metri di altezza ed appare per la prima ed unica volta tra i 40 ed i 60 anni d’età (a riguardo non esistono dati scientifici certi e si suppone che l’inflorescenza possa apparire anche dopo 80 anni). Le migliaia di fiori (fino a 30.000) contengono fino a 40 milioni di semi che sono dispersi dai numerosi uccelli - sopratutto i colibrì andini - e dal vento. La fioritura della pianta rappresenta l’atto finale della suo sviluppo, dopodiché muore.

Attualmente i principali boschi di Puya sono sfruttati dai contadini con differenti finalità: per ricavarne legna da costruzione, per realizzare prodotti artigianali ecc. Ma la vera minaccia è portata da pratiche d’uso non sostenibili che stanno deteriorando il delicato ecosistema di questa pianta: uso dell’infiorescenza come foraggio, incendio dei campi ampliare la frontiera agricola, uso massiccio di pesticidi.
Le comunità indigene dell’area, che si dedicano principalmente all’agricoltura e pastorizia per autoconsumo e raramente per la commercializzazione, sono registrate nella mappa di povertà del Perú con l’indice povertà estrema, alto indice di analfabetismo, disoccupazione della popolazione economicamente attiva, diserzione scolastica e denutrizione.
Di fronte a questo panorama, di emergenza socio-ambientale, l’ERCI team Onlus, Caritas del Perú e le comunitá locali, stanno sviluppando il progetto “Conservazione, uso sostenibile della biodiversità ed incentivazione dell’ecoturismo nelle comunità contadine di Chiara e Vischongo”. Il progetto è finanziato del Fondo Italo Peruviano, nell’ambito del programma di conversione (progetti al posto di denaro) del debito estero del Perú verso l’Italia. Iniziato nel mese di ottobre del 2006, il progetto durerà fino al mese di dicembre del 2007.
Le finalità sono la conservazione di un’area di interesse biologico (ecosistema della Puya, specie di animali in pericolo, piante native, pascoli ecc.), paesaggistico e idrologico e la contestuale creazione di opportunità economiche per la popolazione attraverso l’incentivazione dell’ecoturismo nella zona. Tra le attività connesse al progetto, c’è anche l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle comunità attraverso il miglioramento dell’alimentazione. Sono previsti l’implementazione di vivai di specie frutticole e forestali, di orti biologici familiari e la produzione e commercializzazione di trote e di coy.
I beneficiari diretti sono circa 7000 persone che, non solo hanno accettato l’esecuzione integrale del progetto nelle loro giurisdizioni, ma che sono anche direttamente coinvolte nelle attività di formazione, gestione e sviluppo del progetto stesso. I beneficiari indiretti sono circa 1500: commercianti, operatori turistici, guide turistiche, trasportatori ecc.

Uno degli elementi di forza di questo progetto è l’attenzione posta nella elaborazione di strategie per la sostenibilità attraverso l'attivazione guidata di processi e strumenti di partecipazione collettiva, in grado di coinvolgere la popolazione locale, di far emergere i conflitti esistenti in materia ambientale, di orientare scelte, di suggerire idee imprenditoriali, di aumentare il grado di coesione sociale, basi indispensabili per innescare processi di sviluppo economico sostenibile, necessario per la conservazione delle risorse territoriali.
In seguito occorrerà focalizzare in modo mirato alcuni aspetti di tipo gestionale, per valorizzare e innovare l’agricoltura locale, i servizi alla popolazione e al turismo, ecc. Sarà interessante e affascinante l'applicazione di una strategia innovativa, per tutelare il biotopo della Puya attraverso un sistema di incentivi diretti alle comunità dei campesinos locali. Già nel periodo 1996-1999 il Comitato Parchi e l'ERCI adottarono tale azione finanziando direttamente circa 5.000 $ USA alla comunità locale di Vischongo per la creazione di un ufficio ecoturistico, il salario per due guide, i costi e premi della Eco-Vischongo "Puya raimondii" Maraton.

Per la creazione della Riserva sono stati sensibilizzati e resi protagonisti i campesinos locali, ed è stata proposta e praticata una forma partecipativa locale al progetto, secondo i principi di base nell'applicazione dell’Agenda 21 alle tematiche dello sviluppo sostenibile di un territorio. In questo modo sono state censite e monitorate gran parte delle aree di bosco di Puya ed è stato tutelato in particolare l’ambiente tipico, il biotopo, della Puya raimondii.

La conservazione del territorio, infatti, per avere successo deve essere profondamente radicata nelle menti e nei cuori delle persone che lo abitano. Inizialmente può avere importanza contribuire economicamente attraverso pagamenti diretti, ma sul lungo periodo per coinvolgere le comunità occorrono strumenti come il dibattito e l'educazione.
Proprio su queste attività l'ERCI team Italia Onlus proseguirà con il pagamento di "incentivi diretti”, nel primo periodo, come "indennizzo ambientale" ai campesinos, per il mancato utilizzo delle aree per il pascolo di altura o riduzione dell'area per l'attività agricola, o come compenso per le attività di didattica ambientale, di restauro e di risanamento ambientale, ecc. Ma il futuro risiede nel fatto che i campesinos prendano coscienza, acquisiscano conoscenza delle loro possibilità e riconoscano le risorse del luogo dove vivono come un bene di tutti.
Successivamente, ad una campagna di sensibilizzazione, educazione e promozione, le azioni d'intervento possono trasformarsi in "incentivi indiretti" – per esempio eventi ecosportivi e turistici (come la Eco-Maratona a Vischongo del 2001), gemellaggi, ecc. – come veicoli di solidarietà e promotori di iniziative economiche, volte a consolidare le attività di conservazione. Insomma un processo graduale di accettazione e valorizzazione della Riserva da parte dei campesinos locali, futuri gestori dell'area, custodi naturali delle bellezze uniche di un territorio ancora intatto e non compromesso, che da anni è alla ricerca di un riscatto, oltre che economico, anche culturale.
Si può affermare in conclusione che questo sia stato un esempio di come lo sport, l’organizzazione di eventi eco sportivi in luoghi meravigliosi e preziosissimi possa contribuire a svolgere una funzione di valorizzazione delle risorse presso le comunità locali, e di avviare un progetto reale di promozione economica e sviluppo della popolazione stessa, nonché di conservazione di un'area che presenta eccezionali diversità di ambiente in una delle regioni più isolate e povere del mondo. Un esempio inoltre di come due Parchi, lontani 12.000 km seppure contigui “nel nome della natura”, rappresentano un importante modello di collaborazione pacifica internazionale.

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